IDENTIKIT DELLA CAMORRA
Per combattere la camorra, la prima domanda da farci è che cos’è la camorra.
Qualsiasi atto di violenza è deprecabile, ma un reato di tipo camorristico ha delle peculiarità non fraintendibili.
La prima delle caratteristiche per individuare la presenza della camorra è sicuramente il suo essere un gruppo delinquenziale violento. Spesso può capitare di essere vittima di qualche sopruso, ma non sempre questo si traduce nell’essere vittima di camorra.
La seconda caratteristica riguarda il modo in cui la camorra si rapporta con il territorio in cui è presente. Si pone come uno Stato parallelo. Ha le sue leggi, le sue tasse, i suoi tribunali, le sue “forze di polizia”. Ovviamente questo non significa che queste leggi siano sempre rispettate. Spesso infatti sono gli stessi affiliati che si ribellano, ora per aspirazioni personali da leader, ora per puro opportunismo, ora per arricchirsi a scapito di altri affiliati.
Il terzo tratto riguarda invece il modo con cui la camorra si rapporta alle fonti economiche. L’organizzazione non gioca con le regole comuni della concorrenza. Il suo scopo è quello di porsi come unico fornitore di merci, in modo da instaurare di fatto, se non un controllo assoluto su tutta l’economia esistente, una oligarchia di poteri e interessi economico-politico-sociali a cui pochi sono ammessi. Dunque la camorra in qualsiasi contesto abbia posto radici, a Napoli o a Casale, in città o in campagna, sua caratteristica costante, che vale per la camorra di una volta, per quella attuale e probabilmente anche per quella futura, è quella di avere/sfruttare una cultura imprenditoriale-accumulatrice. Caratteristica questa simile al moderno capitalismo, di cui però non si rispetta nessuna regola che si possa frapporre tra un camorrista e l’ottenimento di un ritorno economico, da raggiungere nel più breve tempo possibile e con qualsiasi, e sottolineo qualsiasi, mezzo.
CON CHI E COME SI RELAZIONA LA CAMORRA
Se queste sono le caratteristiche fondanti l’organizzazione camorristica, ciò che va tenuto presente, e che va sempre sottolineato, è che la camorra sfrutta altre illegalità, che spesso non le appartengono.
Come ha detto Isaia Sales, ex assessore al comune di Napoli, «la camorra […] trae profitto dall’illecito altrui». In che senso? Cosa voleva dire?
Voleva dire che l’organizzazione camorrista non monopolizza tutte le attività illecite, però tende a sfruttarle tutte. Se c’è un amministratore corrotto, è molto facile che cadrà nelle grinfie dei camorristi, che riusciranno a trovar un modo per ricattarlo. Se c’è un commerciante che truffa lo Stato, è probabile che una volta avvicinato dai camorristi, questi non li denunci perché egli stesso è in difetto con la legge. Se c’è un contrabbandiere di sigarette, o un immigrato non in regola con i documenti, questi saranno esponenzialmente più avvicinabile da un’organizzazione camorrista, perché si sentiranno non protetti dalla legge, poiché essi stessi sono già al di fuori della legge.
A ciò si deve poi aggiungere chi usa i camorristi per propri scopi. È il caso di politici corrotti e corruttori della società civile. È il caso di tanti amministratori che per arricchirsi, cercano qualsiasi mezzo per aggirare la legge. Quante volte abbiamo sentito storie di camorristi che fanno da galoppini elettorali per il politico di turno. Magari il galoppino in questione non sa neanche a chi lo sta facendo il favore, ma il suo boss lo sa sicuramente! Un camorrista non fa mai niente per niente. Ha sempre un fine nascosto.
In sostanza la camorra ha una doppia faccia, o meglio, ne una sola, ma ha relazioni con altri criminali. Siamo nella logica del gruppo chiuso/network aperto. Sicuramente non tutti i politici o gli amministratori corrotti sono camorristi, ma è altrettanto sicuro che la camorra è con loro che in primis cerca di relazionarsi.
gruppoondasana@gmail.com ONDA SANA