mercoledì 21 ottobre 2009

Sul nazi-fascismo: una questione privata

La tragedia vissuta dall’Italia durante la dominazione nazi-fascista è ancora viva nei ricordi di molte persone con cui quotidianamente parliamo.
È il caso ad esempio di mia nonna Teresa Pezzulo, per tutti Sisina “a Brigader”, che da qualche anno aveva sposato Angelo Cioppa, mio nonno appunto, rapito dai nazisti in ritirata. Si è salvato solo grazie alla sua giovane età, che gli ha permesso di saltare dal furgone in cui erano ammassati altri vitulatini, e chissà qualcuno morto poi negli stermini perpretrati a più riprese. Purtroppo l’Italia è piena di luoghi come il monumento dedicato ai 54 martiri di Bellona.
Cito il caso dei miei nonni, solo per sottolineare che probabilmente quando si parla di certe cose, come i sistemi politici che ci governano, si tende a pensare che sono lontane da noi e che non avremmo potutto cambiarle o che ancora oggi non possiamo cambiare.
Il caso dell’eccidio dei vitulatini può essere illuminante. Chi avrebbe mai potuto pensare che il fascismo di Mussolini si sarebbe alleato con i nazisti di Hitler? Ovviamente le persone semplici, lontane dai grandi centri, che allora magari non avevano accesso nemmeno all’istruzione elementare, non si immaginavano una tale deriva del fascismo. La consapevolezza di ciò che stava accadendo però è arrivata quando i vitulatini, i bellonesi e così via hanno visto con i loro occhi cosa comportava essere fascista.
Comportava ad esempio l’obbligo, e non la scelta, di essere fascisti. Comportava ad esempio l’esclusione di ebrei e di non italiani in genere dai posti di lavoro pubblici. Comportava ad esempio la loro carcerazione e il loro espatrio. Comportava ad esempio la non libertà di scelta del partito politico più vicino alle proprie idee (chi non era fascista era “nemico” della Patria). Comportava ad esempio l’uccisione di avversari politici (delitto Matteotti – giugno 1924 –, quindi molto prima dell’alleanza con i nazisti). Comportava ad esempio la carcerazione di chi la pensava diversamente (Antonio Gramsci, morto poi per le estenuanti condizioni vissute nelle prigioni italiane). Comportava ad esempio il divieto di sposare persone di altre nazionalità o di altra razza. Comportava ad esempio l’occupazione di tutti i mezzi di comunicazione, dalla radio ai giornali.
Comportava, in definitiva, la libertà di non pensare autonomamente! C’era chi pensava per tutti e tutti dovevano essere d’accordo.
Dobbiamo capire che quando votiamo una persona e la sua idea di governo, noi concediamo dei DOVERI enormi che poche persone riescono ad ottemperare nel migliore dei modi. È per questo che dobbiamo partecipare alla vita politica e sociale del nostro Paese, perchè i veri governanti siamo noi!
http://ondasana.blogspot.com/
Gianni Criscione per ONDA SANA

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